Nell’Odissea Omero narra di come Ulisse, prima di partire per la guerra di Troia, avesse affidato il piccolo Telemaco a Mentore perché vigilasse sulla sua crescita. Così, per antonomasia, il termine mentore ha assunto nel linguaggio odierno l’accezione di modello, di ispiratore, di sostegno, di una figura, cioè, che, mossa da un sentimento paterno, sa affiancare con discrezione ma in modo determinante il proprio protetto nel suo percorso di crescita e di miglioramento interiore ed intellettuale.
Alla luce del web 3.0 e del profondo livello di connessione della società moderna, il ruolo del mentore assume un nuovo significato, più ampio, ovvero quello di sostenitore attivo e catalizzatore dell’offerta artistica e formativa presentata dagli operatori culturali.
Il Mentore di Mentoring ha la possibilità di affiancare e sostenere un giovane, uno studente o una persone in condizione di svantaggio nella crescita nell’arte e nella formazione, esercitando un controllo diretto e personale sull’esito della propria attività di sostegno. Inoltre, poiché il Mentoring avviene all’interno di una community, riflesso digitale del tessuto produttivo, sociale e istituzionale del territorio di riferimento, risulta elevato anche il ritorno sociale e d’immagine.
Trattandosi di una iniziativa volta ad instaurare una nuova modalità di sostegno all’arte e alla cultura, il mercato economico al quale Mentoring intende rivolgersi è quello delle imprese. A tale mercato Mentoring intende proporsi come agenzia di promozione d’immagine, rientrando, quindi, nell’ambito del terziario di supporto alle imprese.
L’analisi competitiva paragona tale proposta con le analoghe attuali offerte al mercato sul piano cartesiano che vede in ascissa il controllo sull’esito (la precisa valutazione dell’impatto che l’apporto economico dell’impresa all’iniziativa culturale – artistica ha avuto sull’iniziativa stessa) e in ordinata la reputation (cioè il ritorno pubblico d’immagine).
Tali assi pongono bene in evidenza i punti di forza e di debolezza delle varie proposte al mercato.
In particolare il controllo sull’esito risulta essere oggi il fattore di maggiore criticità che le imprese colgono in relazione alle attività di sostegno culturale: il fatto di non sapere esattamente come sono stati impiegati i contributi che l’impresa ha apportato e quante persone sono state raggiunte direttamente o indirettamente dall’iniziativa culturale non è di stimolo allo slancio delle imprese verso tali iniziative.
